Il pacchetto anti-crisi appena approvato dal Consiglio dei Ministri comprende, tra i tanti, anche un provvedimento che va incontro alla necessità di coloro che avendo contratto o rinegoziato un mutuo a tasso variabile per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa entro il 31/10/2008, si trovano in difficoltà se non addirittura nell’impossibilità di riuscire a pagare le rate che negli ultimi tempi sono aumentate oltre le più nere previsioni.
Il provvedimento stabilisce che per il 2009 le rate variabili dei mutui contratti per la prima casa non possano superare il 4%, nel caso in cui risultassero maggiori sarà lo stato a farsene carico per la parte eccedente. L’importo delle rate dei mutui a tasso variabile che verranno stipulati a partire dal prossimo anno, saranno invece calcolate utilizzando come tasso base il tasso ufficiale stabilito dalla BCE, attualmente più basso rispetto all’Euribor. La scia polemica che il provvedimento lascia dietro di sé riguarda coloro che prudentemente in passato avevano accettato di pagare tassi più alti optando per il mutuo a tasso fisso pagando rate di gran lunga più onerose del 4% e che ora si sentono quasi puniti in quanto ignorati nel provvedimento.
Una via d’uscita per costoro è offerta dalla possibilità sancita dal Decreto Bersani ovvero quella di poter rinegoziare gratuitamente le condizioni del mutuo anche presso istituti diversi.