Siamo a Gennaio 2009 ormai inoltrato ed il Decreto varato dal Governo il Novembre scorso che prevedeva il taglio dei tassi d’interesse oltre il 4% per i mutui prima casa a tasso variabile oltre a non essere ancora stato convertito in legge sta suscitando un po’ di perplessità circa la sua interpretazione e pertanto anche nei confronti del suo campo di applicazione.
I dubbi sono sorti cercando di capire se lo sconto sugli interessi oltre la fatidica soglia del 4% citata nel provvedimento riguardasse il tasso complessivo e dunque comprensivo dello spread applicato dagli istituti di credito oppure se si riferisse invece al solo Euribor al netto degli altri oneri: stando così le cose l’effetto del beneficio del decreto sarebbe assai più contenuto ed interesserebbe una percentuale piuttosto ridotta di mutui.
Altro tipo di quesiti sorgono dall’interpretazione della dicitura contenuta nel decreto riguardante il taglio degli interessi oltre il 4% per i “mutui a tasso non fisso“: cosa sono?
Ci si interroga sul fatto se tale categoria di mutui includa o meno e in caso affermativo in quale misura ad esempio i mutui a tasso misto che comprendono una quota fissa ed una variabile; i mutui modulari che consentono di mutare l’opzione tra fisso e variabile a piacimento oppure come sono considerati i mutui variabili a rata fissa. Ancora non è chiaro.